Vittorina, London, Cadell, 1777

Vignetta Frontespizio
 ATTO PRIMO
 
 SCENA PRIMA
 
 Sala preparata per le nozze della marchesa.
 
 VITTORINA, poi ROBERTO
 
 Vittorina
 
    Tutto il mondo è in gioia e in festa
 ed io sola mi tormento.
 Quel ch’io provo, quel ch’io sento
 niun lo sa, niun lo saprà.
 
 Roberto
5Vittorina, voi qua
 sola, pensosa, in tempo
 d’allegrezza e di nozze? La padrona
 vedova, e non ancor spirato è l’anno,
 oggi si rimarita e voi che siete
10giovinetta e fanciulla...
 Il vostro core non vi dice nulla?
 Vittorina
 Che volete mi dica? Un infelice
 scherzo della fortuna
 non può in seno nutrir speranza alcuna.
 Roberto
15Udite; son dieci anni
 ch’io servo in questa casa,
 fattore in villa ed in cittade agente,
 e vivere potremo onestamente.
 Vittorina
 Voi parlate in maniera
20come se certo foste
 del mio consentimento.
 Roberto
 Dubitar un momento
 io non ne devo; e posso
 senza taccia d’ardito
25dir che non v’è per voi miglior partito.
 E che dite? Parlate.
 Vittorina
                                      Questo suono
 donde parte? Chi vien?
 Roberto
                                              Sarà... Gli è desso.
 È il padre dello sposo,
 il baron di Sarzana, il più giocondo
30ed il più bravo cacciator del mondo.
 
 SCENA II
 
 Il BARONE, in abito da caccia, con fucile in spalla; due cacciatori ed i suddetti; poi il notaio
 
 Barone
 
    Buongiorno, fattore.
 Ragazza, che fate?
 Ai cani badate.
 Tenete il fucil. (Dà loro il fucile)
 
35   E l’ora? Vediamo.
 Che venga il notaro. (I cacciatori partono)
 Fattore mio caro!
 Visetto gentil! (L’accarezza)
 
 Roberto
 Viva il signor barone!
40Sempre lieto e gioioso.
 Barone
 Eh! Che vi par, fanciulla!
 Posso sperar ancora
 a un amorin non essere discaro? (Il notaio entra)
 Venga, signor notaro.
45La marchesa dov’è? (A Roberto)
 Roberto
                                        Nel gabinetto.
 Barone
 E il cavalier, mio figlio?
 Roberto
 Non è ancora venuto e la padrona
 impaziente aspetta.
 Barone
 (Eterna insopportabil tavoletta!
50Non la finisce mai).
 Vittorina
                                       (La sua lentezza
 mi fa temer per lui;
 mi fa tremar per me).
 Barone
                                           Dite alla dama
 che il notaio è qui meco e se il contratto
 che soscriver si dee vedere aspetta,
55venir qui degni o andar da lei permetta.
 Roberto
 Quegli dunque è il notaro? (Al barone)
 Barone
                                                    È quegli.
 Roberto
                                                                       In grazia,
 signore, una parola. (Al notaio)
 Vede quella figliuola?
 Può darsi ch’io la sposi e bramerei
60qualche cosa su ciò saper da lei.
 
    Per esempio, pel contratto
 al notaio che si dà?
 Sì signore, ho presto fatto; (Al barone)
 non s’inquieti in carità.
 
65   La fanciulla... non ha nulla. (Al notaio)
 Vorrei darle... Vorrei farle...
 Un momento solo solo; (Al barone)
 sì signore, andrò di volo.
 Vittorina, mia carina,
70il contratto si farà.
 Ho capito. La padrona...
 verrà certo o non verrà. (Parte)
 
 SCENA III
 
 Il BARONE, VITTORINA e il notaio
 
 Barone
 Gran seccator! Non la finisce mai.
 Vittorina
 Signor, con sua licenza.
 Barone
                                             No, restate;
75qualche cosa ho da dirvi,
 Vittorina gentil! Signor notaio,
 se leggere volete
 là nella biblioteca entrar potete. (Il notaio passa nella libreria)
 Vittorina
 (Che mai dirmi vorrà?)
 Barone
                                              Bella ragazza,
80mio figlio si marita,
 la marchesa l’alloggia; io resto solo.
 Solo viver non posso e se volete
 tenermi compagnia,
 voi padrona sarete in casa mia.
 Vittorina
85In casa vostra!
 Barone
                              E perché no!
 Vittorina
                                                        Scusate;
 voi credete onorarmi e m’insultate.
 Barone
 V’insulto ad offerirvi
 uno stato migliore,
 a uscir di servitù, viver tranquilla,
90con un buon veterano,
 non ricco, è ver, ma liberale e umano.
 Vittorina
 Ah signor, preferisco,
 per salvar l’onor mio, questo in cui vivo
 stato di servitù penoso e duro.
 Barone
95Con me siete in sicuro.
 Mi levo innanzi giorno.
 Corro pe’ boschi intorno;
 stanco rivengo a sera
 e dormo di buon cor la notte intera.
100Basta condursi ben, figliuola mia,
 e chi mal pensa maledetto sia.
 Vittorina
 (Se il cavalier sapesse
 che il padre suo... Ma il cavaliere in breve
 sposo sarà né a me pensar più deve).
 Barone
105E bene, a che pensate?
 Rifiutate le offerte o le accettate?
 Vittorina
 
    Le offerte generose
 vorrei poter gradir.
 Ma voi mi dite cose
110che mi fanno arrossir.
 
    Non son vezzosa e bella,
 ma giovine e zitella.
 Ho il nome, ho l’innocenza,
 ho il cuor da custodir.
 
115   Signor, con sua licenza
 non posso, non lo devo
 né voglio acconsentir. (Parte)
 
 SCENA IV
 
 Il BARONE solo
 
 Barone
 Bella, giovine, onesta,
 che di più desiar? Oh non è nobile...
120Ho nobiltà da vendere.
 È povera ed è serva... Tanto meglio.
 Buona ed umil sarà;
 e di me cura avrà.
 La faccio o non la faccio?
125Mio figlio... i miei congiunti... il mondo... Ebbene,
 il mondo, il figlio, i miei... La dama viene.
 
 SCENA V
 
 La MARCHESA e detto
 
 Marchesa
 Il cavalier dov’è?
 Barone
                                  Questa mi piace
 impazienza amorosa.
 Verrà, verrà, non dubitate. Intanto
130il notaio è là dentro e se volete
 la scritta esaminar...
 Marchesa
                                        Ma il cavaliere
 che fa? Perché non vien? Perché sì lento,
 perché sì tardo delle nozze il giorno?
 Barone
 L’invito è a mezzogiorno
135e vi mancano ancora
 più di dieci minuti.
 Marchesa
                                       Un vero amante
 non misura il suo tempo all’oriuolo
 ma viene e va, monta e discende a volo.
 Barone
 Subito, in un momento
140corro a sollecitarlo.
 Scommetto che il desio
 di venir più stuccato e più attillato
 fatto l’ha ritardar più dell’usato.
 
    Un general d’armata
145ha meno imbrogli intorno
 che un giovinetto il giorno
 che vassi a maritar.
 
    Sartore e parrucchiere,
 guantaio e calzolaio,
150spadaio e cappellaio,
 dentista e profumiere,
 chi il tiene per la testa,
 chi il tiene per la faccia,
 chi tiragli le braccia,
155chi gli contorce il piede;
 marchesa, chi non vede
 non sa... non può... non crede...
 Mi pare di vederlo
 smaniare e delirar. (Parte)
 
 SCENA VI
 
 La MARCHESA, poi VITTORINA
 
 Marchesa
160È qualche dì ch’io scorgo
 men vivo il cavaliere e meno attento.
 L’amo, è ver, ma non voglio
 che produca il cuor mio nel suo l’orgoglio.
 Vittorina!
 Vittorina
                      Signora!
 Marchesa
165Un messaggier spedite
 al conte di Ripalta.
 Sappia per ordin mio
 che vederlo desio.
 Vittorina
 (Possibil che volubile a tal segno!...)
 Marchesa
170Eseguite.
 Vittorina
                     Scusate;
 rinovellar bramate
 fra il conte e il cavaliere lo sdegno antico?
 In faccia d’un nemico
 por lo sposo in cimento?
 Marchesa
175Vuo’ che la gelosia sia il suo tormento.
 Vittorina
 (Troppo di sé si fida;
 forse si pentirà). (Staffiere con una lettera)
 Marchesa
                                   (Vuo’ ch’egli apprenda
 ad amarmi, a temermi). Olà, quel foglio.
 Donde vien? Chi l’invia? (A Vittorina)
 Vittorina
180Vien dalla madre mia.
 Marchesa
                                            Datelo.
 Vittorina
                                                            Ancora
 letto non l’ho.
 Marchesa
                            Lo voglio.
 Vittorina
 Eccol. (Dà il foglio alla marchesa)
 Marchesa
               La madre vostra
 perché a me non addirizza
 le lettere per voi? Sa ch’io non voglio
185che il nome vostro appaia
 pronunziato né scritto.
 Vittorina
                                            Perdonate;
 l’avvertirò. Mi pare
 aver letto che in breve, e non so bene
 se forse in questo giorno,
190dee venir a vedermi.
 Marchesa
                                         Ed a qual fine?
 Che vuol da voi? Che vuol da me? Ma parmi...
 Vittorina
 Misera me!
 Marchesa
                         Chi viene?
 Sì, è il cavaliere. Arriva
 opportuno al bisogno
195ch’ho di sfogar lo sdegno ed il dispetto
 che per doppia cagion m’ingombra il petto.
 
 SCENA VII
 
 Il CAVALIERE e le suddette
 
 Cavaliere
 Ah, marchesa, scusate.
 Marchesa
 Scusa non meritate. Invano al fasto,
 alla pompa, allo specchio, all’eleganza
200dato avete quel tempo
 che a me dar si dovea.
 Cavaliere
                                           L’ora prescritta
 preterita non parmi.
 Marchesa
                                         Altre son l’ore
 che destinan le genti, altre son l’ore
 che prescrive l’amor.
 Cavaliere
                                         Deh perdonate.
 Marchesa
205Mi chiedete perdon?... Nol meritate.
 
    Se foss’io la sola offesa,
 perdonar ancor potrei
 e calmar gli sdegni miei
 per affetto o per bontà.
 
210   Ma d’amor la voce ho intesa;
 ei mi parla e al cuor mi dice:
 «Perdonare a te non lice,
 se l’insulto a me si fa». (Parte)
 
 SCENA VIII
 
 Il CAVALIERE e VITTORINA
 
 Cavaliere
 Vittorina, che dite
215del grazioso accoglimento?
 Vittorina
                                                   Io dico...
 che se purtroppo con voi si sdegna,
 è la collera sua di scusa degna.
 Cavaliere
 Per troppo amor! Chi meglio
 la conosce di voi? Siate sincera,
220dite che vana e altera
 non ama che sé stessa e non affetta
 arder d’amore al rogo
 che per impor di servitude il giogo.
 Vittorina
 Un irritato amante
225ingannar si potrebbe.
 Cavaliere
                                          E non si vede
 che vivendo con lei sarei infelice!
 Vittorina
 Vi ama forse, signor, più che nol dice.
 Cavaliere
 Ah, Vittorina, ammiro
 questa vostra virtù; la difendete
230a dispetto del cuore e forse forse
 a dispetto d’amor. Non evvi ignota
 l’inclinazione che ho per voi. La vostra
 forse ignota non m’è. Mi resta solo
 scoprir lo stato vostro e se risponde
235il grado al cuore ed al soave aspetto,
 volgere a voi le cure mie prometto.
 Vittorina
 Vano è, signor, il figurar chimere.
 Grata son alla stima
 che mostrate di me; ma voi dovete,
240sia per amor, sia per onore o impegno,
 serbar la destra a un imeneo più degno.
 Cavaliere
 La marchesa sposar? Legarmi ad una
 che paga con insulti
 l’amor, la servitù? Mentre potrei
245senza un’ombra temer di dispiacenza
 viver lieto con voi. Qual differenza!
 
    Da un fiero cuor che aspetto?
 Sprezzo, rigor, livor.
 Nido han nel vostro petto
250pace, virtude, amor.
 
    Cara, se voi parlate...
 Ah! Se il mister svelate...
 Voi mi vedrete al piede
 pien di rispetto e fede,
255ben mio, cessar di gemere
 e l’orgogliosa fremere
 di sdegno e di furor.
 
    Nume che all’alme imperi,
 seconda i miei pensieri,
260rendi giustizia al merito,
 premia bellezza e onor. (Parte)
 
 SCENA IX
 
 VITTORINA, poi il CONTE
 
 Vittorina
 No, cuor mio, non conviene
 lusingarsi per ciò. Ma viene il conte;
 minaccioso mi sembra; oh ciel! Sul passo
265riscontrato ha il rival. Temo, pavento
 pel cavalier.
 Conte
                         Della marchesa i torti
 stanco son di soffrir.
 Vittorina
                                        Chiede ella stessa
 di vedervi, o signor; ite, sperate
 che il suo cor ravveduto...
 Conte
                                                 Eh non consento
270di udirla più né più soffrir. Vendetta
 chiede l’onor, chiede l’amore offeso.
 Il mio rival col sangue
 pagherà i miei disprezzi.
 Vittorina
                                                Oimè! Qual colpa
 ha il cavalier, se accesa
275è di lui la marchesa? Egli non l’ama
 forse quanto credete. E chi v’accerta
 ch’egli aspiri a sposarla? Ah riflettete
 che atto fora inumano
 precipitare una vendetta invano.
 Conte
280Qual premura, qual zelo
 Vittorina ha per lui! Veggiam... Ma alfine
 son stanco di soffrir.
 Trar mi vuo’ quell’oggetto
 che alimenta il sospetto. E il cavaliere,
285da indifferenza o da ragion convinto,
 o mi ceda la sposa o cada estinto.
 Vittorina
 Facil men che pensate
 riuscirvi potrebbe; ha destra, ha cuore
 per difender la vita e il proprio onore.
 
290   Il cavaliere non conoscete;
 vi pentirete, ve lo prometto.
 (Il cor nel petto tremar mi sento).
 Egli ha una spada che val per cento,
 ha l’occhio all’erta, la mano ardita;
295l’onor, la vita difenderà.
 
    Ma... in confidenza... ma... fra di noi...
 io m’interesso solo per voi.
 Colla prudenza, colla pazienza,
 tutto si vince, tutto si fa.
300Ma se furore v’infiamma il core
 (tremo nel dirlo, voglio avvertirlo)
 ite a cercarlo, questa è la strada,
 colla sua spada risponderà. (Parte)
 
 SCENA X
 
 Il CONTE solo
 
 Conte
 Non m’inganno. Costei
305ama e forse è riamata. Il suo consiglio
 util perciò potrebbe
 rendersi in mio favore e in cento guise
 quando meno si crede
 la fortuna in amor cangiar si vede.
 
310   Qual nocchiero in mar turbato,
 qual guerrier fra l’armi e il foco,
 soffre, è ver, d’un cuore ingrato
 il disprezzo ed il rigore
 l’infelice adorator.
 
315   Ma il nocchier talora al porto
 dal furor del vento è scorto.
 Il guerrier ch’oppresso e vinto
 si credea di lauri è cinto.
 E da sdegno a poco a poco
320può rinascere l’amor. (Parte)
 
 SCENA XI
 
 Cortile in casa della marchesa.
 
 Il CAVALIERE e ROBERTO
 
 Roberto
 Signor, vi chiedo scusa.
 Cavaliere
 Che far posso per voi?
 Roberto
                                           Siccome in breve
 avrò l’onor d’avervi
 per padrone, dispotico, assoluto...
325poiché donne son donne e l’uomo alfine...
 Cavaliere
 Disposto or non mi sento...
 Roberto
 Vi spiccio in un momento. Un’occasione
 avrei di maritarmi; la fanciulla
 soggetta è alla padrona; e la padrona...
 Cavaliere
330(Sarebbe mai... Veggiam). Qual è la sposa
 che ottenere vorreste?
 Roberto
                                           Oh ell’è bellina!
 Cavaliere
 Il suo nome vi chiedo.
 Roberto
                                           È Vittorina.
 Cavaliere
 Vittorina!
 Roberto
                      Ella stessa.
 Cavaliere
 Di Vittorina il merto
335conoscete voi ben?
 Roberto
                                     So quanto vale
 ed è appunto per questo
 che, risoluto a divenir marito,
 non conosco per me miglior partito.
 Cavaliere
 Per voi?
 Roberto
                   Per me.
 Cavaliere
                                    (Possa perir l’indegno!)
 Roberto
340Signor, nel mio disegno
 siatemi protettor.
 Cavaliere
                                   Mio padre viene,
 lasciatemi con lui.
 Roberto
                                    Ritornerò;
 che il barone sen vada aspetterò. (Si ritira)
 
 SCENA XII
 
 Il CAVALIERE, poi il BARONE col fucile e ROBERTO in disparte; poi VITTORINA
 
 Cavaliere
 A questo segno è ardito...
 Barone
345Tutto dunque è finito? La marchesa
 irata, corrucciata,
 la scritta ha lacerata?
 Cavaliere
                                         Il suo costume
 voi conoscete.
 Barone
                            Ebbene,
 se non vuol, non si faccia.
350Pensate a un’altra ed io ritorno a caccia.
 Ma prima di partir... (Sì, mio figliuolo
 merita ch’io gli sveli il mio segreto).
 Ditemi, conoscete
 quell’amabil fanciulla
355ch’è presso alla marchesa
 e Vittorina ha nome?
 Cavaliere
                                          La conosco.
 Barone
 Vi par che un tal soggetto
 merti da un galantuom stima ed affetto?
 Cavaliere
 Ah, signor, non conosco
360per beltà, per candor, per senno e cuore,
 chi merti più di lei fortuna e onore.
 Barone
 Ebben, figliuolo mio...
 Cavaliere
                                           Mio padre, ebbene...
 Barone
 Questa giovin dabbene...
 Cavaliere
 Vittorina vezzosa...
 Barone
365Sarà...
 Cavaliere
               Seguite, o ciel!
 Barone
                                            Sarà mia sposa.
 Cavaliere
 Vostra sposa?
 Barone
                            Il disegno
 che ho di cedervi tutto e ritirarmi
 questa mi può permettere
 lieve soddisfazion. Godete in pace
370tutti i miei beni, che buon pro vi faccia;
 la mia sposa mi basta e la mia caccia.
 Cavaliere
 (Son fuor di me. Qual fulmine improvviso!)
 Barone
 Voi vi cambiate in viso?
 Temete ch’io vi dia fratelli e suore?
375In verità, mi fate troppo onore.
 
    L’età mia, la caccia e poi...
 figliuol mio, tutt’è finito.
 Per bisogno io mi marito
 di governo e società.
 
 Cavaliere
 
380   Ah signor, che dite voi?
 Il rispetto ed il mio zelo...
 Quel piacer v’accordi il cielo
 che il cuor mio sperar non sa.
 
 Barone
 
    Poverino, vi crucciate,
385la marchesa in cuor vi sta.
 
 Cavaliere
 
    Ah di lei non mi parlate,
 il suo nome orror mi fa.
 
 Barone
 
    Troppo foco, troppo sdegno,
 quest’è segno che l’amate.
390Vado adesso; vado io stesso...
 
 Cavaliere
 
 Padre mio, deh non andate.
 
 Barone
 
 Che il vogliate o nol vogliate,
 m’è lo stesso; vado adesso...
 
 Cavaliere
 
 V’ingannate, no, non fate.
 
 Barone
 
395Vuo’ pregarla, accarezzarla...
 e placarla... ed obbligarla...
 
 Cavaliere
 
 No, vi prego, per pietà.
 
 Barone
 
 S’ha da fare e si farà.
 
 Cavaliere
 
    (Ma Vittorina è qua!
400Cieli! Che mai vorrà?)
 
 Barone, Cavaliere a due
 
 (Veggiamo ed attendiamo).
 
 Barone
 
 (Il cor gioir mi fa).
 
 Cavaliere
 
 (Il cor tremar mi fa).
 
 Vittorina
 
    (Pure alfin vi ho ritrovato,
405vi ricerca il conte irato.
 Vi sottragga il ciel pietoso
 d’un geloso al rio furor).
 
 Cavaliere
 
    (Ah d’amor, nel zelo vostro,
 riconosco un nuovo segno
410ma il destin non mi vuol degno
 di goder del vostro amor).
 
 Barone
 
    Vittorina, al mio discorso
 vengo adesso a far la glosa.
 Non per serva, per isposa
415vi desidera il mio cuor.
 
 Vittorina
 
    (Cosa sento!)
 
 Cavaliere
 
                               (Che risponde?)
 
 Vittorina
 
 Tanta grazia mi confonde.
 Non saprei senza consiglio...
 Che decida vostro figlio
420se accettar degg’io l’onor.
 
 Cavaliere
 
    (Qual cimento!)
 
 Barone
 
                                    Egli è contento.
 
 Vittorina
 
 Posso crederlo, signore?
 
 Barone
 
 Io non sono un mentitore.
 
 Cavaliere
 
 Io rispetto il genitor.
 
 Barone
 
425   Dite chiaro se vi è caro
 ch’io la sposi.
 
 Vittorina
 
                            Via, parlate.
 
 Cavaliere
 
 Perché mai mi tormentate.
 Se vedeste... Se sapeste
 qual per voi pensa il mio cor!
 
 Vittorina, Barone a due
 
430   Sì, si vede... Sì, si crede
 ma però non basta ancor.
 
 Roberto
 
    Deh signor, con permissione.
 Torno a lei, signor padrone,
 ecco qui la mia diletta;
435s’intrometta in mio favor.
 
 Cavaliere
 
    (Giunge a tempo e non mi spiace).
 
 Barone
 
 (Che pretende quell’audace?)
 
 Vittorina
 
 (Mi tormenta anche il fattor).
 
 Roberto
 
    Degno forse non son io...
 
 Cavaliere
 
440(Quivi ancora è il padre mio.
 Il suo grado rispettate.
 Altro luogo ricercate;
 altro tempo e parlerò).
 
 Roberto
 
 (Ha ragione, aspetterò).
 
 Barone
 
445   Io vorrei la conclusione.
 
 Vittorina
 
 Tocca a lui la decisione.
 
 Cavaliere
 
 Or ragion vuol che si taccia.
 Non conviene a un servo in faccia
 tal segreto pubblicar.
 
 Barone
 
450   (Dice bene e mi rimetto).
 
 Vittorina
 
 (Ah sol io gli leggo in petto.
 Vedo un cuore pien d’amore,
 pien di stima e pien di fé;
 ma quel cor non è per me).
 
 tutti
 
455   Tempo, tempo e la fortuna
 forse in ben deciderà.
 
 Roberto
 
    (Degli affari vo a spicciarmi).
 
 Vittorina
 
 (La marchesa dee aspettarmi).
 
 Cavaliere
 
 (Il destin cangerà faccia).
 
 Barone
 
460Alla caccia, alla caccia, alla caccia.
 
 tutti
 
 Tempo, tempo e la fortuna
 forse in ben deciderà.
 
 Fine dell’atto primo